07
Dic
2011
Si possono perdere dei denti a qualunque età e per diverse cause: traumi, carie destruenti, malattie parodontali (piorrea).
Qualunque sia il motivo essi devono essere rimpiazzati sia per l’estetica che per la funzionalità.
I metodi di sostituzione più usati in passato erano le protesi mobili o i ponti fissi cementati ai denti residui che però dovevano essere limati perdendo così la loro integrità.
Oggi invece gli impianti rappresentano il sistema più diffuso e sicuro per il ripristino degli elementi mancanti, garantendo una soluzione a lungo termine e preservando la salute dei denti adiacenti e dei tessuti gengivale ed osseo che non si riassorbono come invece accadrebbe in caso di mancata sostituzione.
Che cosa sono gli impianti dentali?
Gli impianti sono praticamente delle radici artificiali che vengono inseriti nell’osso della mascella o della mandibola e che supportano una corona, un ponte fisso o una protesi rimovibile ancorata con attacchi.
Gli impianti utilizzati in questo studio sono in titanio, un materiale biocompatibile che viene ben tollerato dall’organismo e che si integra con il tessuto osseo, la cui superficie è microruvida e trattata con fluoro. Durante il periodo di guarigione le cellule ossee aderiscono alla superficie implantare (osseointegrazione) creando così un supporto stabile per i nuovi denti.
E’ importante che i pazienti sappiano che non tutti gli impianti sono uguali e che quelli di marca ASTRATECH da noi utilizzati sono tra i più tecnologicamente avanzati e clinicamente sperimentati al mondo.
Come si installano gli impianti?
Prima dell’installazione è molto importante che il dentista controlli non solo lo stato di salute generale, ma anche quello delle gengive e dei denti rimasti: qualunque patologia della bocca deve essere trattata prima dell’intervento.
Il vostro piano di trattamento sarà pianificato dopo una visita accurata, alcune radiografie, ed in certi casi dopo uno studio dei modelli in gesso della vostra bocca e della Tomografia Computerizzata che consente di valutare la qualità, la quantità dell’osso ed i rapporti con le strutture anatomiche adiacenti.
L’intervento, preceduto da una profilassi antibiotica, viene effettuato sotto anestesia locale.
La gengiva della zona dove l’impianto deve essere installato viene incisa e scollata dall’osso sottostante dove si crea un piccolo foro nel quale si avvita l’impianto della giusta dimensione, Se l’osso disponibile non è sufficiente si mettono in atto delle procedure per rigenerare l’osso mancante.
Dopo che l’impianto è stato piazzato si sutura la ferita ed inizia il periodo di guarigione necessario per l’instaurarsi dell’osteointegrazione. Perchè ciò accada sono necessarie da sei settimane (nella maggior parte dei casi) a otto mesi (nelle grandi rigenerazioni ossee).
Durante questo periodo si può ricorrere ad una protesi provvisoria per far fronte ai disagi estetici e funzionali.
In alcuni casi e quando sono presenti particolari indicazioni è addirittura possibile inserire gli impianti senza effettuare incisioni e mettere subito un provvisorio. Questo è reso possibile dall’ utilizzo di un avanzatissimo software per la chirurgia computer guidata che consente la programmazione virtuale dell’intervento.
Quali sono i vantaggi degli impianti rispetto ai ponti su denti naturali e alle protesi mobili?
– Riduzione del riassorbimento osseo: normalmente l’osso attorno alle radici dei denti è mantenuto dai naturali processi di rinnovamento cellulare stimolati dalla funzione. Quando si perde un dente quella porzione di osso non riceve più gli stimoli dati dal carico esercitato sul dente e va incontro ad un processo di riassorbimento ed atrofia che può arrivare a modificare la forma dei mascellari. Un impianto installato in quella zona a poca distanza di tempo può invece stimolare l’osso di sostegno e ridurre quindi il riassorbimento.
La perdita dell’osso può in alcuni casi essere particolarmente grave e rendere problematica la riabiltazione protesica e causando anche problemi estetici assai poco gradevoli
– Miglioramento della funzione: quando gli impianti sono integrati nell’osso la loro funzione è come quella dei denti naturali e si può masticare e parlare con assoluta tranquillità e naturalezza.
Con le protesi mobili masticare alcuni cibi può essere problematico, le gengive possono infiammarsi facilmente ed essere dolenti ed il senso di instabilità può causare disagio psicologico.
Se invece le protesi mobili sono supportate da impianti si ha un grande miglioramento della funzione che consente ai pazienti di mangiare molto meglio e di avere grande sicurezza per la maggiore stabilità.
– Maggiore facilità nel mantenimento dell’igiene: rispetto ai ponti tradizionali l’igiene è facilitata, soprattutto se la riabilitazione prevede tutti denti singoli.
– Non è necessario limare i denti naturali: gli impianti non necessitano di appoggio sui denti adiacenti, mentre quando si ricorre ai ponti tradizionali su denti naturali questi ultimi devono essere preparati rimuovendo tessuto dentario sano per poter accogliere le corone del ponte. Inoltre se in futuro questi elementi dovessero cariarsi o danneggiarsi l’intero ponte sarebbe compromesso, mentre con gli impianti il restauro è indipendente dagli altri denti
Quanti denti può supportare un impianto?
Normalmente un impianto sostiene una singola corona. Tuttavia se si sono persi più denti nella stessa zona, non necessariamente bisogna inserire un impianto per ogni dente e si può ricorrere ad un ponte su impianti. Il numero di impianti richiesto dipende da alcune variabili tra cui l’entità del carico masticatorio, il volume e la densità dell’osso.
Nel caso della riabilitazione di un’intera arcata (10 o più denti) è richiesto un numero minimo di 6 impianti per l’arcata superiore e 4 per l’inferiore.
Il numero degli impianti può comunque essere diverso da caso a caso in funzione delle suddette variabili
Tutti i pazienti possono essere trattati con l’implantologia?
Gli impianti si possono installare in pazienti di ogni età purchè abbiano completato lo sviluppo scheletrico ed abbiano quantità e qualità di osso sufficienti. La maggior parte di individui sani che mantengano una buon igiene orale sono candidati idonei per gli impianti.
Alcune malattie (gravi cardiopatie, gravi coagulopatie, gravi epatopatie, gravi nefropatie, gravi immunopatie) rappresentano tuttavia una controindicazione.
Esistono inoltre alcuni fattori di rischio, cioè delle condizioni, abitudini di vita o stati patologici che, se non eliminati o mantenuti sotto controllo, possono portare ad un aumentata percentuale di insuccesso implantare: fumo, diabete non trattato, malattie parodontali non trattate, igiene orale inadeguata, bruxismo).
Come si può sapere se si ha osso sufficiente per gli impianti?
Attraverso la combinazione di radiografie e Tomografia Computerizzata possono essere valutate quantità e qualità dell’osso ed avere informazioni sulle strutture anatomiche vicine (ad es. nervi o seni mascellari)
Cosa si può fare se l’osso non è sufficiente?
Esistono varie metodiche che ci consentono, entro certi limiti, di rigenerare ed aumentare la quantità di osso con interventi ambulatoriali e sotto anestesia locale: rialzo del seno mascellare, innesti di osso, allargamento di cresta, etc.
La scelta della tecnica e le modalità vi saranno illustrate se necessarie nel vostro caso.
In alcuni casi di estremo riassorbimento sono possibili interventi di chirurgia maxillo-facciale da effettuarsi in strutture ospedaliere sotto anestesia totale.
Chi non volesse sottoporsi a questo tipo di interventi potrà ripiegare sulle scelte tradizionali di sostituzione dei denti: protesi mobili e ponti su elementi naturali
Da dove viene preso l’osso per gli innesti?
A seconda dei casi viene usato osso del paziente prelevato dalla mandibola, osso ottenuto artificialmente, osso di origine animale, o combinazioni dei precedenti.
In ogni procedura di rigenerazione gli innesti hanno lo scopo di stimolare e guidare la ricrescita dell’osso residuo del paziente.
Quanto dura un impianto?
La percentuale di successo a lungo termine degli impianti, quando vengono rispettate le indicazioni ed applicati i corretti protocolli, supera il 95%: questa percentuale viene raggiunta da pochissime terapie nell’intero ambito medico.
Come ogni altro tipo di restauro l’impianto può essere danneggiato da traumi, patologie delle gengive e da una scarsa igiene orale. Per questo motivo sono indispensabili controlli periodici secondo cadenze da noi consigliate.